Digestati: da sottoprodotto del biogas a risorsa sostenibile per l’agricoltura

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Digestati: da sottoprodotto del biogas a risorsa sostenibile per l’agricoltura | Themis Industries

In un’epoca in cui la sostenibilità ambientale non è più un’opzione, ma una necessità, parlare di digestato significa affrontare uno dei nodi centrali della transizione ecologica: trasformare un sottoprodotto in risorsa, in un’ottica di vera economia circolare. La produzione di biogas da matrici organiche rappresenta oggi una delle soluzioni più concrete per la decarbonizzazione dell’agricoltura e della gestione dei rifiuti organici. Tuttavia, c’è un aspetto di questa filiera che merita particolare attenzione: il digestato, ossia ciò che resta alla fine del processo di digestione anaerobica. Un materiale troppo spesso sottovalutato, ma che nasconde un enorme potenziale agronomico, ambientale ed economico.

Cosa sono i digestati e come si producono

Il digestato è il residuo semiliquido che si ottiene alla fine del processo di digestione anaerobica, durante il quale microrganismi degradano la sostanza organica (come reflui zootecnici, scarti agroindustriali, frazione organica dei rifiuti urbani o colture energetiche) in assenza di ossigeno. Durante questo processo, viene prodotto biogas – una miscela di metano e anidride carbonica – e ciò che resta è un materiale apparentemente secondario, ma in realtà ricco di elementi preziosi per il suolo e le piante.

Digestato solido e liquido

Il digestato si presenta sotto forma liquida o solida, a seconda del trattamento successivo alla digestione. Può essere separato meccanicamente in due frazioni – solida e liquida – oppure ulteriormente raffinato tramite tecnologie specifiche di essiccazione, compostaggio o concentrazione.

Digestati in agricoltura: proprietà e benefici

Digestato come fertilizzante organico naturale

Dal punto di vista agronomico, il digestato si comporta come un fertilizzante organico naturale, in grado di apportare al terreno una combinazione equilibrata di macro e micronutrienti. Il contenuto di azoto, in parte in forma ammoniacale prontamente disponibile, lo rende particolarmente adatto a sostituire i concimi azotati di sintesi. Inoltre, la presenza di fosforo, potassio e di elementi secondari come calcio, magnesio e zolfo, contribuisce al nutrimento completo delle colture, migliorandone la resa e la qualità.

Differenze con i fertilizzanti chimici tradizionali

Oltre agli aspetti nutritivi, il digestato è anche una fonte di sostanza organica stabilizzata, che svolge un ruolo fondamentale nel migliorare la struttura fisica del suolo. Un terreno ricco di sostanza organica è più poroso, trattiene meglio l’umidità e favorisce la vita microbica, fattori che rendono le colture più resistenti agli stress ambientali. A lungo termine, l’uso del digestato può contribuire a rigenerare terreni impoveriti e a mantenere elevati livelli di fertilità senza ricorrere a input chimici aggressivi.

Impatti ambientali e sostenibilità

L’utilizzo del digestato in agricoltura comporta benefici significativi anche sotto il profilo ambientale.

Contribuisce alla decarbonizzazione dell’agricoltura

Innanzitutto, consente di ridurre sensibilmente la dipendenza da fertilizzanti minerali, la cui produzione è altamente energivora e spesso basata su materie prime importate.

Alimenta l’economia circolare

L’impiego del digestato consente di chiudere il ciclo dei nutrienti: ciò che proviene dalla terra vi fa ritorno, creando un sistema circolare virtuoso, con un impatto ambientale decisamente inferiore rispetto alla gestione tradizionale dei reflui o dei residui agricoli.

Aiuta a ridurre le emissioni di gas serra

Un altro aspetto rilevante è la riduzione delle emissioni climalteranti. A differenza dello spandimento diretto dei reflui zootecnici, che può liberare in atmosfera grandi quantità di metano e ammoniaca, l’uso del digestato post-digestione anaerobica limita queste perdite, soprattutto se applicato in modo efficiente e integrato con pratiche agricole sostenibili. Ciò contribuisce al miglioramento del bilancio complessivo delle emissioni di gas serra dell’intera filiera agricola.

Normativa sui digestati: cosa prevede la legge

L’utilizzo dei digestati in agricoltura è regolamentato da norme precise che ne definiscono requisiti, limiti e opportunità, con l’obiettivo di garantire sicurezza ambientale e qualità agronomica.

Regolamenti europei e italiani sui fertilizzanti

A livello europeo, il Regolamento (UE) 2019/1009 ha introdotto criteri chiari per l’immissione sul mercato dei fertilizzanti, includendo anche i digestati tra i prodotti che possono ottenere la marcatura CE se rispettano determinati standard di qualità e sicurezza. La normativa europea promuove il riutilizzo dei nutrienti e la riduzione della dipendenza da concimi chimici, in linea con le strategie del Green Deal e dell’economia circolare.

In Italia, i digestati sono stati riconosciuti come fertilizzanti a tutti gli effetti dal D.Lgs. 75/2010, purché derivanti da impianti autorizzati e da matrici conformi. Questo significa che possono essere utilizzati sui terreni agricoli senza rientrare nelle limitazioni previste per i reflui zootecnici. Restano però da rispettare le prescrizioni stabilite dal D.Lgs. 152/2006 in materia di tutela ambientale e dalla Direttiva Nitrati 91/676/CEE, che impone limiti nelle zone vulnerabili all’inquinamento da nitrati.

Gestione e trattamento dei digestati: tecnologie e innovazione

Affinché il digestato possa esprimere appieno il suo potenziale, è necessario adottare una gestione consapevole, supportata da tecnologie adeguate. La qualità di questo materiale dipende infatti da molti fattori: dalle biomasse in ingresso, alla stabilità del processo di digestione, fino alle modalità di stoccaggio e ai trattamenti post-processo. Senza strumenti adeguati, il rischio è quello di non valorizzare correttamente il digestato, disperdendo opportunità agronomiche, economiche e ambientali.

Impianto di trattamento del digestato WRT10000 | Themis Industries
Installazione impianto WRT10000 in azienda agricola, per la valorizzazione del digestato post digestione anaerobica finalizzata alla produzione di biostimolanti

La tecnologia WRT

In questo scenario entra in gioco Themis, con la tecnologia WRT, che consente di trattare il digestato in modo flessibile e modulare, perfettamente integrabile alla produzione di biogas e operante subito dopo la fase di digestione anaerobica.

La nostra soluzione trasforma il digestato in un prodotto secco stabile, facilmente stoccabile e maneggiabile, riducendo tempi e costi di gestione rispetto al materiale tradizionale. La fase di lavorazione “a batch” richiede poche ore per raggiungere il secco desiderato, rendendo l’impianto rapido ed efficiente, con un minimo consumo energetico e un impatto ambientale ridotto.

Inoltre il processo a basse temperature mantiene intatte le proprietà organolettiche della matrice e ne permette l’arricchimento con additivi biologici, così da poterla ulteriormente valorizzare ed utilizzare come ammendante e biostimolante. Una volta validato secondo le normative vigenti, questo prodotto può essere riutilizzato o commercializzato sul mercato agricolo, migliorando la fertilità del suolo, sostenendo la crescita delle colture e creando nuove opportunità economiche per le aziende.

Grazie a WRT, un sottoprodotto complesso diventa una risorsa strategica, capace di generare valore economico e benefici ecologici: riduce la dipendenza dai fertilizzanti chimici, chiude il ciclo dei nutrienti e sostiene un’agricoltura più sostenibile.

Guardare al digestato solo come a un sottoprodotto della produzione di biogas significa limitarsi a una visione obsoleta della filiera. In realtà, il digestato può e deve essere concepito come una risorsa strategica all’interno di un sistema agricolo integrato, dove energia, nutrienti e materia organica viaggiano in equilibrio.

Esempio di digestato solido | Themis Industries
Esempio di output secco in uscita dall’impianto WRT

Il futuro dei digestati nell’agricoltura rigenerativa

In uno scenario futuro, che già in parte è realtà in molte aziende italiane ed europee, i digestati rappresentano il punto di incontro tra agricoltura rigenerativa, gestione intelligente dei rifiuti e produzione di energia rinnovabile. Le aziende agricole possono diventare hub energetici e ambientali, capaci di produrre cibo, energia e fertilità, con una forte riduzione degli impatti e un netto incremento della resilienza.

La sfida sarà quella di continuare a investire in innovazione, ricerca e formazione, affinché il digestato venga percepito come un’opportunità e non come un vincolo. E in questo percorso gioca un ruolo chiave, mettendo a disposizione competenze, tecnologie e visione. Con la sua esperienza e il suo approccio integrato, è pronta ad accompagnare questo cambiamento, promuovendo un modello in cui nulla si spreca, tutto si trasforma. Dal biogas alla terra, passando per il digestato: è qui che si gioca la vera sfida dell’agricoltura sostenibile.

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